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Migrazioni e intolleranza
Il volume è composto da quattro brevi saggi, di cui due inediti, risalenti al ‘97. Quello che colpisce di più – soprattutto per il carattere premonitore- è il saggio sulle migrazioni.Intanto l’autore chiarisce il significato dei termini.«Le migrazioni sono diverse dalle immigrazioni. Si ha solo “immigrazione” quando gli immigrati (ammessi secondo decisioni politiche) accettano in gran parte i costumi del paese in cui immigrano, e si ha “migrazione” quando i migranti (che nessuno può arrestare ai confini) trasformano radicalmente la cultura del territorio in cui migrano. Noi oggi, dopo un XIX secolo pieno di immigranti, ci troviamo di fronte a fenomeni incerti.»E si chiede:«E’ ormai possibile distinguere immigrazione da migrazione quando il pianeta intero sta diventando il territorio di spostamenti incrociati?... Le immigrazioni sono controllabili politicamente, le migrazioni no; sono come i fenomeni naturali. Sino a che vi è immigrazione i popoli possono sperare di tenere gli immigrati in un ghetto, affinché non si mescolino con i nativi. Quando c’è migrazione non ci sono più i ghetti, e il meticciato è incontrollabile».Eco è convinto che i fenomeni che l’Europa cerca ancora di affrontare come casi di immigrazione siano ormai casi di migrazione. «Il Terzo Mondo sta bussando alle porte dell’Europa, e vi entra anche se l’Europa non è d’accordo... Il problema è che nel prossimo millennio (e siccome non sono un profeta non so specificare la data) l’Europa sarà un continente multirazziale, o se preferite, colorato... Se vi piace, sarà così; e se non vi piace, sarà così lo stesso».