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Vanina Vanini

2002Stendhal

3.3/5

La ballata dell'amore cieco...Il caso vuole che una mattina girando per uno dei miei mercatini dell’usato dove compro compulsivamente narrativa, “Vanina Vanini” di Stendhal nell’edizione Sellerio mi ammiccasse fragile da uno scaffale, confuso rispetto all’ordine cronologico dato agli altri testi di varia natura letteraria e poco rilevanti a circondarlo… Subito la mia mano l’ha accolto come oggetto prezioso, delicato, un breve racconto di 59 pagine… Da custodire…La sera stessa decido di vedere il film “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini. All’apparire della protagonista femminile sono preda di un sussulto, non dissimile a quello di Alain Delon (protagonista maschile) quando la vede per la prima volta seduta al banco di scuola… Il suo nome è Vanina. Io non sapevo che in un sol giorno mi sarei imbattuta in due Vanine, la seconda è ovviamente dipendente dalla prima... Il maestro di liceo interpretato da Delon, innamorato, regalerà il racconto di Stendhal alla studentessa che porta lo stesso nome del personaggio letterario… presto e non a caso, il loro sarà un amore proibito e travolgente…Il racconto di Stendhal narra in modo romantico della FOLLIA d’amore. La principessa romana Vanina Vanini incarna questa follia... Il finale della storia, che non rivelerò, è sconcertante. Ti si chiude la gola e rimani congelato di fronte all'incalcolata evenienza che la “follia” possa essere umiliata da un altro tipo di “passione” (irrazionale): quella per le idee razionali. Razionali? Dove sta il limite tra follia e ragione? Sembra suggerirci Stendhal… L’amore per la patria che può provare un giovane carbonaro di fronte all’invasione dei “barbari” austriaci è in questo caso la parte apparentemente razionale del contrastante duetto che ossessivamente Stendhal ci riporta: Amore/Ragione.Mi viene in mente anche il bellissimo "Senso" di Visconti (preso dall'omonima novella di Camillo Boito e interpretato da una bellissima Alida Valli e dall' accattivante Farley Granger) ma lì lui è un soldato austriaco e il dramma si compirà con la morte... (Qui l'irrisolvibile dittico è propriamente: Amore/Morte, la morte fisIca in questo caso, non delle idee...)In Stendhal mi ha ha affascinato, creandomi sussulti, la descrizione meticolosa del ritrovarsi addosso come una febbre scomoda, la passione d’amore, e dover lottare tra orgoglio e sfinimento rispetto ai sentimenti provati: “Quando si congedò, egli non cercò neppure di trattenerla. Dopo alcuni giorni Vanina tornò, ma trovò lo stesso contegno […]. Ella, che forse aveva pensato di dover porre un freno agli ardori del giovane carbonaro, finì col chiedersi se fosse sola ad amare e con amarezza sentì, lei tanto fiera, tutta la portata della sua follia.”La passione d’amore è la protagonista di tutto lo svolgimento del racconto. Vanina Vanini ne incarna la sofferenza:“Una sera, dopo aver passato tutto il giorno a dirsi che l’odiava e a ripromettersi di mostrarsi con lui ancora più fredda e più severa del solito, Vanina gli disse che l’amava. E ben presto non seppe rifiutargli più nulla. Fu una grande pazzia, è vero, ma Vanina si sentì immensamente felice.”Tutti noi siamo stati Vanina… tutti in un modo o nell’altro siamo stati il giovane carbonaro.

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